sabato, novembre 25, 2006

SELEZIONE AL BAR

ieri mentre aspettavo il treno a vicenza sono andato in un bar li vicino, che conoscevo, per fare colazione visto che sono pieno di soldi e non ho problemi a spenderne in giro per i bar, mica sono come voi...vabbè lasciamo perdere queste piccole precisazioni economiche.
sono entrato e ho aspettato al banco che la signora arrivasse per ordinare; al mio fianco c'era un ragazzo, credo marocchino, che parlava con un paio di suoi amici e non mi sembrava stesse aspettando di ordinare. la signora infatti si è rivolta a me e io automaticamente ho pensato che l'altro ragazzo fosse già a posto visto che era arrivato prima di me. appena ho finito di ordinare lo sento borbottare contro la signora e quindi capisco che doveva ancora ordinare e mi scuso con lui per non avergli lasciato la precedenza. lui mi risponde che la signora sapeva benissimo che loro stavano aspettando e allora ha cominciato a dirgli, molto tranquillamente, che se gli stranieri non potevano entrare nel suo bar poteva scrivere un cartello alla porte. la signora fa finta di niente, non li guarda nemmeno e continua a fare il mio capuccino; il ragazzo continua: "la razza ariana non esiste, lo sa signora? non è mai esistita e sono passati più di 50 anni" (credo si riferisse agli ebrei). la signora risponde che lei infatti non era daccordo con quelle idee e come se niente fosse gli chiede cosa volevano ordinare. il ragazzo ordina e borbotta infastidito qualcosa ai suoi amici che erano tranquillamente seduti sui sgabelli a leggere la gazzetta. nessun atteggiamento strano, nessuna mancanza di rispetto nemmeno durante la "polemica" erano solamente stranieri ma questo bastava per dar fastidio alla signora. io ascoltavo in silenzio e mi dispiaceva per loro, avrei voluto chiedergli scusa per come lei si era comportata, per la sua discriminazione. ma perchè dovevo chiedergli scusa io? comunque hanno bevuto il caffe, pagato, la signora li ha salutati come se niente fosse tanto il suo messaggi glilo aveva già mandato e loro sono usciti. avrei voluto sapere cosa si sono detti tra di loro e avrei voluto dirgli che non siamo tutti come quella signora, ma mi son bevuto il mio cappuccio in pace, la mia protesta l'ho fatta poi dopo; ho scritto una lettera, quando sono tornato a casa, alla signora del bar perchè non son riuscito a stare indifferente a questa discriminazione.
nei commenti ho riportato la lettera. w il veneto e il ricco nord-est

zufede

lunedì, novembre 06, 2006

ESTATE BOSNIA: AGOSTO 2006

Anche quest’anno dal 12 al 19 agosto si è svolta la tradizionale settimana estiva in Bosnia. Come ogni anno, ormai dal 2000, il comitato Unamano si è recato nel villaggio di Skahovica (villaggio della municipalità di Gracanica, cantone di Tuzla) gemellato formalmente dal 2001 con il comune di San Giorgio in Bosco.
Il comitato Unamano era presente con 7 volontari e una rappresentante dell’amministrazione comunale, Barbara Pallaro.
Durante questa settimana si sono organizzati nuovamente gli ormai tradizionali tornei di calcetto che vedono la partecipazione di squadre composte da ragazzini di etnie diverse, quest’anno il torneo si è svolto nel villaggio di Gornia Horaovica dove opera il comitato di Campo San Martino. Il torneo ha coinvolto in tutto sei squadre, due della repubblica Sprska e quattro della parte bosniaco-mussulmana.
Riteniamo questo progetto fondamentale per l’incontro, attraverso il gioco, di ragazzi di etnie diverse, è un modo per stare assieme e per capire che l’altro non è il nemico ma bensì persona come noi.
Nel villaggio di Skahovica,si sono svolte al mattino le attività ludiche con i bambini e il pomeriggio è stato dedicato alla visita delle famiglie del villaggio e in particolar modo a persone che stanno vivendo situazioni difficili. In tutte queste visite siamo sempre stati accompagnati da un membro del sunsocret (comitato di Skahovica di riferimento per Unamano).
Di fondamentale importanza, per confermare il gemellaggio con il comune di San Giorgio in Bosco, è stata la presenza di Barbara Pallaro (consigliere comunale), che ha potuto condividere con noi un paio di giorni nel paese di Skahovica. In occasione della sua visita è stato organizzato un pranzo con la presenza del capo villaggio Zaim e di tutto il Sunsocret.
Come testimonianza di questa settimana estiva, alleghiamo la relazione di un nostro volontario.

La mia prima volta in Bosnia

La prima cosa che vedi appena passata la frontiera bosniaca è una casa distrutta; ciò che ho provato è stata una sensazione di profonda tristezza. Da qui al paese di Gracanica (si legge Gracianiza), circa un’ora e mezza di strada, si vedono ancora molte macerie e a quella vista ti chiedi come è possibile che a soli 600 chilometri da casa tua ci sai stata così tanta distruzione.
Appena arrivato al paesino di Skahovica (si legge Scaoviza), gemellato con San Giorgio in Bosco, non ero del tutto sereno, non sapevo bene cosa mi aspettava. Ma mi è bastato solamente un giorno per trovarmi a mio agio; questo grazie ai volontari italiani con cui ero assieme e grazie alla gente del posto molto cordiale e, a mio avviso, contenta che fossimo là. I bambini, soprattutto, che noi al mattino facevamo giocare; una cosa che ho notato è stata la solidarietà che hanno tra di loro, nonostante i normali piccoli litigi che hanno a quell’età. Quando vedi che un ragazzo che non riesce a camminare viene aiutato con così tanta voglia di farlo, beh, è una cosa davvero bella.
L’ospitalità è importante, anche se mi è stato detto che qualcuno lo fa più per tradizione che per il piacere di farlo. Quando al pomeriggio andavamo a visitare famiglie con problemi legati alla salute a ad altro, non mancava mai il caffè (quanti ne ho bevuti!). Tanti ragazzi sono malati, troppi secondo me, rispetto agli abitanti del paese e non so se questo sia legato in qualche modo alla guerra.
Cose che per noi sono ovvie, lì non lo sono: l’acqua corrente ad esempio; ci sono momenti in cui viene chiusa l’erogazione per problemi di siccità; una visita da un medico; una ragazza trentenne con seri problemi che le causavano svenimenti improvvisi, doveva aspettare 10 mesi prima di avere la possibilità di farsi visitare. E questo a soli 600 chilometri da casa mia!
Ma tra loro si aiutano; anche lì è nato un gruppo di persone che collaborano con i volontari italiani affinché la gente in difficoltà possa essere sostenuta. E l’affiatamento è grande.
E’ stata una bellissima esperienza e se ne avrò l’occasione la ripeterò senz’altro; oltre all’aiuto che porti, entri in contatto con una cultura diversa, non l’avevo mai provato. E’ stato importante confrontarmi con queste persone perché ho capito che non è poi tutto così scontato nella vita.
Un mio consiglio: regalatevi l’opportunità di passare una settimana così, se non altro per non perdere delle notti stellate che qui da noi ci sogniamo. Semplicemente incantevoli!

GUIDO

Il comitato Unamano