
Prima di partire per la Bosnia ho raccolto alcune informazioni, di chi ci era già stato e di chi ha scritto qualcosa su questa nazione…non ho voluto informarmi troppo, anzi non ne avevo nemmeno la voglia e la necessità; preferisco andare e scoprire un po’ per volta quello che dovrò scoprire.
Nel bel libro “Infiniti Balcani” che stavo leggendo nei giorni prima di partire, ho letto un proverbio slavo che dice: “dopo qualche giorno in un paese straniero si è talmente certi di aver capito tutto che è difficile resistere alla tentazione di dedicargli un libro; se in un paese ci si resta per qualche mese tutt’al più ci si arrischierà a pubblicare un breve articolo; se la permanenza si protrae oltre, con ogni probabilità non verrà scritto nulla”.

Personalmente in sei giorni di permanenza in Bosnia mi sento solo di scrivere senzazioni che ho vissuto direttamente, metro dopo metro dalla sella della bici…senzazioni che prendono forma dall’intreccio di visioni, profumi e rumori…dalla stanchezza, dalla fame, dal piacere dell’incognito e da un compagno di viaggio tosto come pochi.
Singolare il primo alloggio, da un benzinaio che affittava camere sopra la sua officina…una stanza semplice, essenziale ma accogliente, tre caratteristiche che ho costantemente ritrovato nei luoghi e nelle persone durante tutto il tragitto:

…case di mattoni senza malta, case con malta, colline verdi, prati sfalciati, auto praona (meccanico), vecchiette con velo e gonna nere, bar, ristoranti con il maialino che gira arrostendo, terrazze senza ringhiera con tavolino e sedie sospese nel vuoto, terrazze con ringhiere senza tavolini e sedie, vecchiette che sfruttano passaggi in trattore, sguardi perplessi nei confronti delle bici cariche di borse e di chi ci sta sopra, alberi di mele, lattine di red-bull lungo il bordo della strada, gruppi di persone fuori dai bar o dalle baracchette-supermercato, sigarette, birra, grappa sligoviz, pane (kruh), galline, maiali nei cortili, persone che tagliano grossi ceppi di legno in vista dell’inverno, bambini e bambine che escono da scuola, fermate dell’autobus, camionisti impazziti a forte velocità, macchine vecchie, macchine nuove, carretti trainati da cavalli, indicazioni stradali in cirillico all’interno della repubblica srpska, moschee, caffè espresso, caffè bosniaco (turco), scheletri di case, giardini senza recinto, giardini pieni di fiori, paesaggi montani con mucche e capre al pascolo, il proprietario di un baracchino-bar che ci prepara il tavolino con tovaglia e ombrellone per farci stare all’ombra mentre mangiamo pane, formaggio e semi di girasole appena comperati da lui, donne corpulente, canestri da basket nei giardini delle case, strada in salita fino al passo, dabor dan (buongiorno), dovijinia (arrivederci), pet (cinque), “italiani? Ciao, come stai?”,tronchi come pali della luce, lavori stradali, fiumi che inghiottono rifiuti, vallate, cave, campi di mais, cavolfiori, peperoni, pozzi, pochi cellulari, poche strutture turistiche, semafori, niente rotonde, tubi di scappamento, musica balcanica-turca, paesi senza piazza, fabbriche di legname, strade ben asfaltate, cartelli con conteggio progressivo dei chilometri lungo tutte le strade principali, sguardi che si incrociano per lunghi secondi, grosse inquietanti fabbriche abbandonate, cartelli pubblicitari, patatine chipsi, stazioni di benzina all’avanguardia, fiume che scorre accanto alla strada, cabine telefoniche, ruota che gira, testa che chiama una pausa caffè….

….a SARAJEVO: donne e ragazze con il velo, musica araba e orientale, fumo dei cevapi, ponti, bascarsija (il centro storico) con bancarelle e locali lungo le sue via di pietra rosa, bar turchi, scritte arabe, cattedrale, moschee, minareti, pekara (panetteria), scolaresche con guida davanti e addetto alla sicurezza dietro, periferia con palazzoni e bambini ai semafori, edifici abbandonati, fiume, banche, buchi di proiettili nelle case e nei palazzi, cimiteri mussulmani con lapidi bianchissime
lungo le strade, alberi, vicoli, piazzette, biblioteca nazionale, stazione centrale dei treni vuota, internet-caffè, profumo di narghilé, locali notturni, fiume di giovani di sera nelle vie del centro, buchi lasciati dall

e bombe (ricoperti di

cemento rosso per ricordare il sangue della guerra) nei marciapiedi, fedeli che pregano seguendo la voce del muezzin, ramadan, integrazione, punto panoramico, bus, tram, thè al baretto vicino alla stazione dei taxi, indifferenza, mercatino dell’usato nel ponte, compratori di conigli, fila per la mensa

comune,gente che ride, treno che parte…
6 commenti:
E' un racconto molto dettagliato di ogni centimetro di strada visto ma ci sono poche emozioni di quelle che avrai provato nel viaggio.. peccato!
Mi è piaciuta questa tua descrizione, piccoli flash, tante immagini...
Riguardo alla emozioni del viaggio, anch'io tempo fa, in un'occasione del genere, avevo mosso la stessa "critica" (che critica non era..), ma poi mi sono resa conto che le emozioni che ci accompagnano nei nostri viaggi sono così tante e così forti, intime propio perchè personali, che difficilmente (nel mio caso) riuscirebbero a staccarsi dalle pagine del mio diario.
ah..trovo particolarmente bello il finale: "gente che ride..treno che parte".
Ha proprio il sapore del viaggio..
a presto
melania
...è vero, ho più che altro descritto quello che ho visto, ma sono d'accordo con melania sul fatto che le senzazioni che si provano sulle cose che ho descritto sono difficili da riportare...e poi ho la senzazione che il fatto di esprimerle ne faccia perdere di valore...
ciao melania, fra qualche ora ti laureerai, ti immagino presa a ripassare mentalmente o forse no, comunque buona giornata.
ma n., sei noris?
ciao
fede
Ma sei tanto avanti.. :-)
Si sono io!
Secondo me l'esprimere le emozioni non ne fa perdere il sapore ma permette agli altri di poter partecipare alle sensazioni che hai provato tu.
Ovviamente ci sarà chi riuscirà ad immedesimarsi di più, chi meno, chi per niente. Sta a te scegliere!
Ieri non ho ripassato, anche se il mio buon senso mi diceva di farlo...alla fine è andata bene comunque ed ora respiro con più leggerezza!
Grazie dell'"in bocca al lupo" per ieri e buona giornata.
complimenti melania, ho sentito della bella tesi di ieri...buon riposo
...è vero noris...c'è chi è più portato ad esprimwersi e chi come me magari in queste occasioni preferisce essere più pratico...comunque avremo modo di parlare domani in polis, ciao
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