sabato, novembre 29, 2008

filippo il "marocchino"








è appena passato a "trovarmi" un ragazzo marocchino che periodicamente si fa vivo durante i suoi vari giri tra le famiglie... si fa chiamare filippo per semplicità ma il suo vero nome sarebbe Abdul...e qualcos'altro che non ho decifrato...in italia da 5 anni, senza permesso di soggiorno, senza famigliari, senza lavoro e quindi soldi. da 5 anni appunto non vede la sua famiglia, madre, padre e 13 fratelli, 7 maschi e 6 sorelle.




vive vicino a lonigo in una stanza di una casa di un professore di matematica che lo ospita a gratis, non senza problemi però; stanza fredda senza riscaldamento, uscita mattutina alle 6 e rientro alla sera non prima delle 22, dopo che una chiamata del prof gli dà il via libera per tornare a casa, spegnendo il motorino 100 metri prima di arrivare, per non farsi sentire dai genitori di lui che vivono li vicino e che a quanto pare non sono entuiasti dell'ospite abusivo. mani e piedi freddi, gli offro un panino al formaggio e un tè caldo marocchino preparato all'italiana. spera di trovare lavoro, spera in una sanatoria e attende che qualcosa cambi mentre io, tra una tazza e l'altra da lavare, penso che per lui non ci sono molte speranze e probabilmente dovrà arrangiarsi chissà come e chissà per quanto tempo; riparte per il suo giro aspettando che arrivino le 22 e sperando nel frattempo che qualche contatto gli apri la porta ad un lavoro..tra una consumazione e l'altra al bar che gli assicura riscaldamento fino al momento dello squillo.




mettiamo anche che la metà di quello che mi ha detto non sia vero, che abbia esagerato...ma quando mi scontro con queste realtà mi sento un coglione rispetto al modo in cui affronto certe difficoltà che posso incontrare. esco sempre un po' frastornato da questi incontri che lasciano un vuoto incolmabile tra i diversi stili e possibilità di vita; un contrasto che mi porto dietro e che, anche se inquieta, spero di non perdere, per non allontanarmi da una realtà purtroppo tristemente e largamente presente...troppo spesso offuscata da una visione limitata al nostro solo modo di condurre una vita.
zufede

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro zufede, innanzitutto grazie per questo racconto di vita. Realtà, quella che racconti, celata dietro alla massa quotidiana di gente e di altri pensieri, che è goccia in mezzo ad un mare di molti altri.
Potessimo riuscire a far girare nel verso giusto questo mondo così solo ed egoista, invece dobbiamo "accontentarci" di gesti come il tuo: una parola, un pò di cibo, e la speranza che ciò che ha sentito il tuo orecchio faccia eco in altri. Si potrebbe fare di più, certo..ma ci sono persone che fan finta di non vedere, di non sapere, di non sentire..
Buonanotte
Noris