vi riporto un articolo che ho letto di recente... riguarda una pratica diffusissima in africa e non solo sugli organi sessuali delle donne denominata infibulazione: non avevo mai letto nulla di preciso a riguardo ma su rai3 ho visto di recente un servizio e così mi sono un po' informato.... è una pratica antichissima legata a valori e principi fortissimi e ben radicati in determinata popolazioni! per quanto ciò sia vero e difficile da sradicare come usanza (in quanto tale...) mi girano abbastanza le balle a vedere questa ulteriore violenza nei confronti delle donne!!
vi riporto l'atricolo..... ho provato a trovare qualche petizione ecc, ma nulla! Almeno qui in italia è stata fatta da poco una legge che prevede la condanna e l'arresto a chi pratica l'infibulazione.
La paura della sessualità femminile è qualcosa di molto arcaico e arcaica è la pratica rituale dell’infibulazione, che in molte popolazioni africane rappresenta il fondamentale rito di passaggio all’età adulta per le donne. Si tratta di una castrazione rituale che simbolicamente esalta la verginità, e in pratica riduce il desiderio sessuale della donna e impedisce la masturbazione. Si tratta del taglio del clitoride, delle piccole labbra e della porzione superiore delle grandi labbra.La porzione inferiore delle grandi labbra viene suturata a ricoprire l’orifizio vaginale. Nella maggior parte dei casi viene praticata sulle bambine dai 2 agli 8 anni.
La prima notte di nozze la donna viene deinfibulata per consentire la penetrazione, e reinfibulata dopo ogni parto per ripristinare la situazione prematrimoniale. Durante il processo di guarigione viene inserita nella vagina una scheggia di legno per poter permettere il passaggio dell’urina e del sangue mestruale. A seconda dei diversi costumi, la ferita viene cucita con un filo di seta o con delle spine d’acacia.Per aiutare la guarigione vengono arse sotto la ragazza delle erbe aromatiche tradizionali o della linfa essiccata.
Secondo l’Unicef le donne immigrate nei paesi occidentali infibulate sono almeno 40 mila. Si calcola che siano 20 mila le bambine a rischio in Italia, la maggior parte delle quali vengono portate dai genitori nei paesi d’origine o in strutture pubbliche in Siria e in Kenya per essere infibulate in modo da trovare marito. La donna viene considerata infatti più “pura” se infibulata, soprattutto in paesi di religione musulmana, anche se non c’è alcun riferimento a questo né nel Corano né nella sharia, la legge coranica.
L’Africa e l’infibulazioneSono 26 i Paesi africani dove, con modalità diverse, si pratica la mutilazione dei genitali femminili. La Somalia ha il triste primato della cosiddetta “infibulazione faraonica" (la più devastante) dove si calcola che il 98% delle donne sia mutilata. Ma anche in Egitto, Sudan settentrionale, Nigeria, Mali, Kenya la pratica, sotto diverse forme, è molto diffusa. La circoncisione femminile, anche in forme più lievi, viene praticata dalle popolazioni musulmane dell’Indonesia, India, Malesia, in alcune zone del Pakistan, nonché in Oman, Yemen e negli Emirati Arabi.
Il Protocollo di Maputo La 49esima sessione della Commissione Onu sulla condizione delle donne, riunita al Cairo in questi giorni, si batte per il raggiungimento delle 15 ratifiche necessarie affinché entri in vigore il Protocollo di Maputo sui diritti delle donne africane, adottato dall’Unione Africana nel 2003, il cui articolo 5 proibisce e sanziona tutte le forme di mutilazione dei genitali femminili.
Attualmente sono dieci i paesi africani ad averlo ratificato, ultimo il piccolo stato di Gibuti.
L’«infibulazione soft» In Italia ha fatto molto discutere, la proposta del dottor Omar Abdulkadir, ginecologo che gestisce il Centro contro le mutilazioni sessuali femminili presso l’ospedale fiorentino di Careggi. Il dottore, che ha sette sorelle tutte infibulate da sempre si batte contro questa pratica molto sentita in Somalia, proponeva una “puntura di spillo”, una feritina simbolica che mimasse la castrazione mantenendo il rito. Questa proposta, chiamata “infibulazione soft”, ha incontrato la netta ostilità della sezione italiana di Amnesty international ed è stata poi proibita in Italia. Daniela Carboni, di Amnesty, spiega: «Sono le stesse donne che si battono nei loro paesi conro questa pratica a chiederci di non concedere nessuna apertura o deroga al principio dell’integrità del corpo femminile proprio per sradicare questa tradizione millenaria».
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2 commenti:
riporto un pezzo di un intervista a massimo fini :
D.Questa “euforia interventista” sulle culture altrui ha avuto qualche riscontro anche in Italia. Alcuni mesi fa il dott. Omar Abdulkadir dell’ospedale Carreggi di Firenze ricevette parecchie critiche per aver trovato un metodo alternativo a quello dell’infibulazione che fosse meno rischioso per la donna …
R.Innanzitutto bisognerebbe chiedersi perché le donne che vengono qui in Italia continuano a sottostare all’infibulazione. L’infibulazione non è una pratica islamica, ma africana, e nasce da una cosmogonia di quei luoghi che noi non conosciamo affatto e che per certi aspetti intuisce quello che Freud scoprirà nel novecento. In questa cosmogonia si ritiene che uomo e donna nascano con un sesso diverso ma che siano dal punto di vista psicologico tanto maschili quanto femminili. Bisogna che l’individuo abbia, anche psicologicamente, un’identità precisa, allora viene messa in atto una pratica che individua nel prepuzio il principio femminile del maschio, e da qui la circoncisione, e nel clitoride il principio maschile della femmina, e da qui l’infibulazione. Si tenga presente che, come ha spiegato da Vespa alcuni mesi fa la sessuologa Alessandra Graziotin, l’infibulazione non ha alcuna conseguenza né sul piacere né sulla riproduzione, come la circoncisione. Cancellare questa pratica vorrebbe dire annientare una parte importante della loro identità. Quindi bisogna sapere cosa si sta facendo quando si va lì a dettare la morale come fa una delle tante Emma Bonino di turno.
D.Ma i contrari all’infibulazione dicono che questa pratica porta alla morte…
R.Il fatto che muoiano d’infezione non è un aspetto culturale, ma solo che le operazioni vengono fatte male. Per quanto riguarda il metodo di questo medico eritreo penso sia un modo pragmatico di affrontare il problema, molto intelligente visto che l’infibulazione qui viene praticata clandestinamente, con tutti i guai che la cosa comporta. Io però sono anche convito di un’altra cosa: se tu vieni in un paese, come l’Italia, dove atti di mutilazione del proprio corpo non sono possibili, tu rispetti le nostre leggi e le nostre usanze come noi venendo da te dovremmo rispettare le tue. Effettivamente, vista dall’esterno, non si capisce bene che senso abbia continuare a praticare l’infibulazione con rischi così alti per la vita ma, ripeto, per certe etnie africane un senso questa cosa ce l’ha. Per capire le origini del fenomeno consiglio di leggere il “Dio d’acqua” (di Marcel Griaule, Garzanti, 1972, ndr), che parla della cosmogonia del popolo Dogon. E’ una cosmogonia di una raffinatezza straordinaria, altro che quella cristiana. Tutte le culture africane, nonostante l’oralità che potrebbe fare pensare il contrario, sono straordinarie, raffinatissime. E noi in questa raffinatezza ci inseriamo con la delicatezza del bulldozer. Basta pensare che definiamo questi popoli, con un atteggiamento di subdolo disprezzo, “popoli primitivi”, mentre in tedesco il corrispettivo, più rispettoso, del nostro termine è “popoli della natura”. Bisogna studiare le culture altrui prima di metterci il becco, altrimenti si distruggono e basta, questa cosa è già accaduta troppe volte. Infatti la cultura africana, rispetto alla nostra, è profondamente diversa. Non c’è mai stata in Africa una guerra di religione per la semplice buona ragione che loro non hanno religioni monoteiste, non hanno al limite neanche degli dei, ma spiritualizzano la natura, spiritualizzando la materia laddove noi materializziamo anche l’uomo. E anche se non può sembrare, la storia dell’Africa è una storia di conciliazioni, nonostante ci siano migliaia di etnie. Ricordo di essere stato trentacinque anni fa a Nairobi ad una convenzione sullo svolgersi delle guerre in Africa dove c’erano i maggiori capi di stato del continente. Ne venne fuori che fino ad allora le guerre nella millenaria storia del continente erano state una cosa ridicola, non solo in senso relativo rispetto a quello che abbiamo combinato noi, ma anche in senso assoluto. Solo negli ultimi anni siamo arrivati noi ed è cambiato tutto. Per dirla con un aneddoto: mi ricordo che venne un capo di una piccola tribù, non ricordo quale precisamente, e disse: “Anche da noi c’è stata una guerra, una guerra terrificante, tremenda, una cosa terribile, poi un giorno vicino a un pozzo c’è scappato il morto ed è finito tutto subito”. Solo questo esempio dovrebbe fare capire cos’è realmente la cultura africana e quanto è diversa dalla nostra.
mah, non mi esprimo su queste pratiche, sono crudeli finchè si vuole ma se esistono un motivo ci deve essere. se potessi parlare o sentire dalle interessate che si tratta di pura ignoranza potrei dire che l'infibulazione non ha senso. per il momento non so..
ti ho riportato l'articolo di fini per farti leggere un'opinione diversa. tutto quà.
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