.. inizialmente dovevamo andare in Normandia, era un pezzo che se ne parlava, qualche anno fa, quando abbiamo avuto modo di percorrere in macchina quelle lunghe e dritte stradone nelle colline a nord-est della Francia, tra noi dicevamo: “questi posti sono l'ideale per venirci in bici finchè siamo giovani e poi passarci la vecchiaia quando arriverà il momento della pensione”.
Fatto sta che il nostro progetto non è andato in porto per una serie di motivi.
Il nostro "compagno" (così si capisce da che parte stiamo) :-) Guido da un pezzo ci raccontava delle sue esperienze in Bosnia, dei posti che visitava e delle persone che incontrava, al chè ci siamo detti: “perchè non fare un giretto per la Bosnia, e, dato che ci siamo, arrivare a Sarajevo?”.
Infatti il giorno 15 settembre partiamo per questa nuova avventura. L'itinerario comincia da Velika Gorika, una cittadina a sud di Zagabria, scelta per evitare il caos della capitale e, dato che ci spostiamo in macchina, trovare un riparo sicuro per la marea.
Partiamo da Pojana alle 13.30 e dopo 500 km, alle 21.00 arriviamo a Velika dopo esserci persi per un poco a Zagabria.
Deviamo per una stradina a caso e troviamo Tibor, ragazzo croato che prende a cuore la nostra situazione, infatti non avevamo idea di dove parcheggiare la macchina; prima di partire, leggendo in qua e in là, sconsigliavano di lasciare per strada incustodita le macchina, cosa che poi è avvenuta (dopo però avere studiato il posto).
Tibor cerca di aiutarci ma non riesce a trovare una soluzione, è stato è un nobile lo stesso!
16 settembre VELIKA GORICA - KOZARSKA DUBICA 106 km
Il giorno 16 comincia ufficialmente il tour, partiamo verso le nove in direzione Bosnia (BiH), infatti oggi dovremmo arrivare e superare il confine tra la Croazia e la Bosnia.
La strada inizialmente è monotona, cominciamo a vedere le case senza malta, solo bimattone, le quali ci accompagneranno durante tutto il viaggio, poco alla volta ci renderemo conto che sono una costante, dovuta probabilmente alla mancanza di soldi per completare l'opera.
Per cena arriviamo a Kozarska Dubica dove troviamo ospitalità da un benzinaio affittastanze.
17 settembre KOZARSKA DUBICA - BANJA LUKA 91 km.
La giornata comincia in farmacia dove prendiamo un simil nimesulide prodotto in India per motivi di salute, infatti il 50 % della squadra non è in forma, il mal di gola con qualche linea di febbre sta covando..
Oggi la strada è piacevole, attraversiamo delle vallate immerse nel verde degli alberi e dei campi che i contadini sono riusciti a strappare ai monti; l'atmosfera è rilassata, lungo la strada vediamo spesso donne e uomini indaffarati nelle faccende di tutti i giorni, noi abbiamo beccato il "periodo della legna".
Spessissimo vedevamo cumuli di legna pronta per l'inverno e persone intente nello spaccare le "socche".
Tra una sosta, una mela e un caffè andiamo avanti senza problemi, facciamo una fermata in una baracchetta nella quale tre uomini sono indaffarati a bere birra e fumare.
La loro gentilezza quasi ci sorprende quando ci preparano la tavola per il nostro spuntino..
Comincia poco dopo la "strada della morte", 50 km di statale in cui gli autotreni più volte ci hanno sfiorato e dei simpaticoni sfoggiano le loro armi fingendo di travolgerci.
Lo smog delle vetture è continuo, forse la revisione non è obbligatoria.
La fortuna ci aiuta e arriviamo indenni a Banja Luka, ci sistemiamo in hotel.
18 settembre BANJA LUKA - ? (posto imprecisato tra B.L e Jajce)
Usciamo dal traffico cittadino e cominciamo la giornata "lavorativa" , anche oggi purtroppo ci sono dei problemi fisici che durante la giornata ci spingeranno a fermarci nel posto imprecisato. Pedaliamo, ci guardiamo intorno, osserviamo le persone che passano sotto i nostri occhi nello scorrere della strada; i Balcani ci accompagnano nel tragitto, ad un certo punto decidiamo per una pausa nel posto mitico ODMOR dove beviamo un caffè bosniaco ( turco ).
Il posto è spartano ma accogliente, con le galline che ci beccano il pane da sotto i piedi. Continuiamo ancora per poco in quanto la situazione peggiora e decidiamo di fermarci alle 13.00 ca al motel LAV a pochi km dal confine della Repubblica Srpska (Serba), dopo questo comincia Herzegovina.
Passiamo il resto della giornata a letto, leggendo e dormendo.
19 settembre
Appena svegli decidiamo di stare fermi una giornata per motivi di salute.
Come ieri si resta a letto, leggendo e parlando.
20 settembre ? - TRAVNIK km 97
Partiamo mattinieri per recuperare qualche km lasciato indietro nei giorni di fermo forzato, strada piacevole e pedaliamo senza tanta fatica.
Sosta per prendere acqua e mele, troviamo persone simpatiche e disponibili che ci offrono la famosa grappa sligoviz e preziose indicazioni sul percorso giornaliero; volevamo infatti prendere una strada alternativa in modo da non trovare traffico, ma i nostri amici ci dicono, o meglio noi così capiamo, non essere una buona idea in quanto la strada non risulta essere asfaltata.
Nell'avvicinarci alla meta giornaliera passiamo paesini curati e caratteristici; arrivando a Travnik sentiamo l'oriente che c'è stato e tutt'ora c'è.
Molte ragazze con il velo passeggiano per la cittadina, nelle moschee i fedeli pregano -è anche il mese del Ramadan-, noi osserviamo..
21 settembre TRAVNIK - SARAJEVO km 93
Oggi è il giorno che ci porterà nella capitale bosniaca; cominciamo la giornata in salita, in un supermercato veniamo infatti pedinati dalle commesse, temevano furti da parte nostra.
Abbiamo provato per un istante la sensazione che appartiene probabilmente a "chi non è come noi vorremmo".
Immagazziniamo e proseguiamo, dopo ca 80 km per un'autostrada non molto sicura arriviamo alla periferia di Sarajevo.
Enormi edifici popolari aprono l'ingresso al cuore della città, si vedono in modo chiaro i segni delle bombe e dei proiettili sugli edifici.
Non è come entrare in una grossa città e basta, si viene catturati da una particolare sensazione, o emozione, che ti avvolge. Credo sia la suggestione di ciò che è successo in quei luoghi, ma anche il fatto di essere in una città dove convivono, a noi è sembrato tranquillamente, musulmani, cristiani ed ebrei, dove a pochi metri una dall’altra si può vedere una moschea ma anche il campanile di una chiesa…
Alla faccia del PORK DAY.
Giriamo per la città per trovare una sistemazione, a Bascarsija, definito il cuore turco della città, troviamo un ostello che diventerà la nostra casetta per i prossimi gg.
La giornata si conclude con una cena da Barhana, un ottimo locale gestito da ragazzi del posto.
22 settembre
Alle 6.45 siamo per le strade semi deserte di Bascarsija, la temperatura è bassa, ci saranno 8/10 C°, dopo che il ragazzo dell'ostello ci illustra i posti da non perdere cominciamo il tour della città.
Prima tappa alla Biblioteca Nazionale, simbolo del delirio della guerra, bruciata nel '92 assieme a 2 milioni tra libri, saggi, riviste, periodici.
Ci fermiamo a vedere il luogo dove nel 1914 venne ucciso l'arciduca austriaco Francesco Ferdinando d'Austria da parte del nazionalista serbo-bosniaco Gavrilo Princip (avvenimento che fece scoppiare la prima guerra mondiale[1]). Poco distante entriamo nelle chiesta di S. Antonio dove un attento sacerdote stava preparando dei bouquet di fiori.
Lasciamo la bici in ostello e a piedi giungiamo su un'altura da dove si vede bene la città, sentiamo i muezzin chiamare i fedeli a raccolta, l'eco delle voci ci giunge a 360° infatti le moschee sono disseminate un pò ovunque.
La serata la passiamo girando ancora per il quartiere vecchio, entriamo nel recinto di una moschea (nel periodo del Ramadan non si può visitare l'interno) e restiamo ammagliati dal suono della voce del muezzin e dai movimenti ritmici e inusuali (per noi che non conosciamo) dei fedeli.
23 settembre SARAJEVO – POJANA
Alle 10.26 montiamo nel treno che dopo nove ore ci porta a Velika, arriviamo alle 20.00, la macchina è sana, cena finale e alle 2.30 siamo a casa.
alberto, federico.
[1] Da http://it.wikipedia.org/wiki/Sarajevo
9 commenti:
...confermo l'ottimo racconto del compare...ben sapendo di non poter esprimere senzazioni che rimangono personali e che entrano a far parte delle propie esperienze anche senza accorgersene...bella la frase sul supermercato che spiega la diffidenza dal "diverso"...e sottilineo la bella impressione della convivenza tra le persone di varie religioni accentuata e perennemente presente nell'entrare a sarajevo...secoli di storia hanno dei risultati che noi, nel nostro caso in italia, probabilmente non possiamo permetterci di avere ora che le migrazioni di altri popoli sono "appena" iniziate.
...specifico che quasi sicuramente non era un sacerdote a preparare un buque di fiori ma un esperto fioraio del quartiere...ma con certa gente è inutile discutere...
Dovijinia
federico
Bravi viaggiatori!
Penso anch'io che ci siano sempre sensazioni vissute lungo il viaggio che ci accompagnano anche al ritorno..e penso sia grazie ad esse che un viaggio "resta" nella mente e tra le mani..
Il vostro diario sarà utile a qualcuno che, come voi, vuole cimentarsi in un'esperienza del genere o, magari, stimolerà qualche altro a compierlo...
...Immagino che qualche volta vi capiti di sentire ancora il richiamo di un muezzin,eh?..
Grazie per avermi nominato nel racconto...diventerò famoso!
Nella foto il debole sembra proprio KO...ma Zu, come si fa a portarsi in giro un compagno così?
Apparte gli scherzi, grazie del racconto; peccato non siate potuti entrare in una moschea, vorrà dire che prima o dopo vi farete un giretto in Bosnia con me e ci andremo. Sono contento che abbiate trovato dei nobili...è sempre una buona notizia sapere che esistono al mondo. Interessanti le commesse che vi hanno tenuto d'occhio...penso sia normale...(forse sembravate due straccioni...).
Bravi ragazzi e bravi perchè anche lì avete diffuso il NO DAL MOLIN!
GUIDO
Grazie per avermi nominato nel racconto...diventerò famoso!
Nella foto il debole sembra proprio KO...ma Zu, come si fa a portarsi in giro un compagno così?
Apparte gli scherzi, grazie del racconto; peccato non siate potuti entrare in una moschea, vorrà dire che prima o dopo vi farete un giretto in Bosnia con me e ci andremo. Sono contento che abbiate trovato dei nobili...è sempre una buona notizia sapere che esistono al mondo. Interessanti le commesse che vi hanno tenuto d'occhio...penso sia normale...(forse sembravate due straccioni...).
Bravi ragazzi e bravi perchè anche lì avete diffuso il NO DAL MOLIN!
GUIDO
Ciao e ben tornati!
Ero proprio curiosa di sapere come era andato il vostro viaggio!
Capire come viene vista la Bosnia da chi decide di "viverla" in modo diverso dal mio...e devo dire che in alcune cose che avete scritto mi ritrovo pienamente, in altre un po' meno:
-la maggior parte dei luoghi che ho visto a Skahovica e dintorni (case, scuole, negozi,...), proprio come il "posto mitico" che descrivete voi, li ho trovati SPARTANI, semplici e ACCOGLIENTI! E credo che rispecchino completamente la gente bosniaca: generosa e ospitale anche se la maggior parte possiede ben poco di materiale.
-quando scrivete invece della sensazione di una convivenza tranquilla tra mussulmani e serbi a Sarajevo sono rimasta un po' sorpresa. Premetto intanto che a Sarajevo non ci sono mai stata e che quindi lì, forse perchè è una grande città, le cose possono essere diverse rispetto a dove sono stata io. Quello che ho visto io invece è la difficoltà che hanno molti (soprattutto adulti) a dimenticare, anzi forse è meglio dire superare (dimenticare non va bene se si vuole imparare dagli “errori”passati!) quello che di drammatico è successo loro negli ultimi anni...ad esempio: 1_Quest’estate siamo andati nella città croata di Knin dove vivono molti profughi bosniaci e, sebbene croati e bosniaci vivano “sotto lo stesso tetto” i croati aiutano ben poco i bosniaci che vivono in gran difficoltà (i profughi sono aiutati dalla Caritas che però è formata solo da persone bosniache!) 2_Durante la settimana in Bosnia ad agosto, nel torneo organizzato dai volontari italiani, due squadre di villaggi mussulmani si sono accordate per escludere dal torneo quella di un villaggio serbo (vedi relazione di Guido) 3_i parlamenti purtroppo sono ancora DUE in Bosnia.
Sicuramente è già un passo avanti il fatto che la convivenza sia tranquilla, ma secondo me si potrà dire che si è raggiunto il traguardo solo quando le diverse etnie cominceranno anche a VIVERE insieme, quando un serbo voterà per un mussulmano (e viceversa) perchè pensa che sia la persona giusta, indipendentemente dalla sua religione.
Belle le foto! Insegnate a Guido come si fa perchè lui fotografa SOLO INSETTI!
Spero di vedervi presto e di sentire direttamente da voi il racconto di questo viaggio!
ilaria
Premetto che il sottoscritto fa delle magnifiche foto con la sua nuova macchinetta digitale made in China (evviva il materialismo!!!)...e poi i miei INSETTI sono bellissimi amore!!!!!!!
Parlando seriamente bella riflessione Ila...confrontandosi in questo modo sono convinto che si possano capire e imparare tante cose.
ciao ilaria, mi fa piacere sapere che leggi e soprattutto leggerti.
che dire di guido, la fotografia non è il suo forte, bravo toso finchè vuoi, ma con la macchinetta in mano è come federico. (a questo proposito abbiamo in casa un libro dal titolo "fotografo intelligente"). :-)
in merito al fatto dell'integrazione ciò che abbiamo scritto è stata un impressione avuta osservando dall'esterno ciò che ci circondava. a sarajevo la situazione pareva tranquilla, pareva appunto.
non abbiamo vissuto, come avete avuto modo voi, a contatto con persone del posto, vivendo e condividendo il tempo con loro. tu-voi, parli con cognizione di causa, noi con l'istinto e l'impressione visiva.
di certo abbiamo visto una città in cui moschee e chiese non distavano migliaia di kilometri le une dalle altre..
vi aspettiamo a cena, a presto.
giusto distinguere senzazioni di passaggio come nel nostro caso, da altre più a contatto con realtà del posto...bravi tosi
fede
...per la fotografia confermo che guido se un bravo toso...bella le foto con riflessi sulle finestre o sulle pozzanghere...belle propio..originali...non ghe gavevo mai pensa...ghe voe un genio...
guido, se te voi vegnere a cena anca ti insieme a Ilaria, te ghe da ricordarte el formajo!
salu
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