sabato, ottobre 13, 2007

Perugia-Assisi 2007

-Cosa vai a fare- mi ha detto mia madre la sera prima di partire -Tanto non cambierà niente come sempre-. -Ma che guerre ci sono attualmente per cui andare a marciare- mi ha chiesto mio fratello. Con queste premesse sono partito domenica 7 ottobre alle 3.30 con Ilaria e altre persone per la Marcia della Pace Perugia-Assisi 2007. Ammetto che sono partito non completamente consapevole del valore simbolico di quello che stavo andando a fare e l’avevo presa quasi come una gita (Ilaria e le sue amiche invece erano già entrate nell’atmosfera della marcia dopo che si sono trovate per dipingere delle magliette che hanno poi indossato).
TUTTI I DIRITTI UMANI PER TUTTI: questo è stato lo slogan che ha accompagnato la marcia di quest’anno. A me era arrivata una mail di una associazione legata al Tibet che invitava a vestirsi di rosso in solidarietà al popolo dell’ex Birmania oppressa da una dittatura militare (comunista, come hanno precisato “certi” giornali, come se avesse importanza; una dittatura è sempre una dittatura). Così ho indossato una maglia rossa (ovviamente firmata, non avevo altro di rosso; d’altronde anch’io predico bene e razzolo male) e ho potuto osservare che molti altri l’hanno fatto. Abbiamo fatto quasi tutto il tragitto; non siamo riusciti però ad arrivare ad Assisi centro, sia per la stanchezza (dopo quasi 20 km) sia perché la corriera ci aspettava per il ritorno a casa.
Gente diversa, associazioni diverse, bandiere diverse, striscioni diversi ma tutti uniti da un obbiettivo comune: LA PACE. Ogni persona ha il proprio modo di manifestare e portare avanti la sua idea di pace: chi si batte perché l’acqua non diventi una merce, chi difende la causa di 5 prigionieri politici cubani detenuti in USA, monaci che sensibilizzano sul problema birmano e del Tibet, scout da tutta Italia sia laici sia legati alla religione, studenti delle scuole superiori e dell’università, chi vuole le bombe atomiche fuori dall’Italia, chi difende i diritti dei lavoratori, chi quelli dei disabili, chi difende l’ambiente, chi osserva dalle finestre, chi vuole liberarsi dagli OGM, chi dalla mafia (associazione LIBERA), Emergency, Amnesty International, Sinistra ecologista, CGIL, Comunisti italiani, Acli, Arci, Verdi, Ong da tutta Italia, i No dal Molin.
L’atmosfera che ho respirato è stata davvero fantastica e la gita si è trasformata in una giornata sì di festa ma con la consapevolezza che tutti noi possiamo e dobbiamo impegnarci per costruire giorno per giorno e passo dopo passo un qualcosa di migliore, ognuno con le lotte (non violente) e le idee che porta avanti per poi tutti insieme manifestarle in giornate come questa. L’unica cosa che mi ha fatto riflettere è stata la presenza non indifferente di rifiuti lungo i fossi (tra me e me avevo proposto di fermarsi tutti e di ripulire; si sarebbe fatta una bella cosa e con pochissimo sforzo) e il fatto che molti volantini che venivano consegnati durante la marcia finivano per terra. Ecco, per me la pace è anche rispettare l’ambiente e anche se poi qualcuno avrà pensato che tanto qualcun altro passerà a ripulire,beh iniziamo noi a farlo! I piccoli passi sono quelli che contano!
W LA PACE!

4 commenti:

ew..a ha detto...

sono pienamente d'accordo quando dici che "la pace è anche rispettare l'ambiente"; la terra in cui abitiamo (momentaneamente) è viva, rispettare la vita, in qualunque forma, è il primo passo/dovere di chi vuole la pace.
facile a dirsi un pò meno a farsi, o no?
bella guido, saudi dalla bassa.

ew..a ha detto...

ciao guido, si sente che hai vissuto intensamente quella giornata, e si sente che dai importanza al fatto di esserci, di fare qualcosa per migliorare...e questo credo sia di gran stimolo ma nello stesso tempo anche fonte di delusioni...credo che anche per la parola PACE ci siano molte visioni...come dici tu pace la intendi anche nel non gettare carte per terra, eppure molti che sostengono la "pace" in quel giorno non hanno seguito la tua idea "allargata" di pace...per me un aspetto di pace è non mangiare animali, ma non per questo ritengo che uno che mangia carne non creda nella pace...una parola con così ampia interpretazione è difficile da racchiudere in particolari gesti...è un brutto gesto (sporcare) certo, ma non da rovinare il significato di una manifestazione del genere...non credo che tutti quelli che si sono mangiati un panino al prosciutto (ti te ghi navare magnà do, bueo..+ undolce, de sicuro), lungo la marcia, non siano sostenitori della pace...solo perchè vanno contro i miei principi? bello trovare le incongruenze ma non farci accecare da queste.

fede

Anonimo ha detto...

mi sovveniva leggendo:
giustificare la pigrizia umana di sporcare l'ambiente con il fatto che qualcuno trova lavoro come pulitore dei nostri rifiuti, lo trovo insulso.
grazie per lo spazio!

Anonimo ha detto...

Dimenticavo!
vale sempre la pena di sbattersi per ciò in cui si crede!anche se non si vedrà mai il risultato.
non considerare commenti mediatici su eventi dal grosso peso popolare è un'ottima prevenzione contro l'ulcera!
ri-grazie x lo spazio